C'è in corso una brutta campagna di stampa locale e nazionale contro un Prete appena nominato Parroco di Gioia Tauro.Chi lo conosce da sempre sa che è un uomo di Dio. Chi non lo conosce, purtroppo, ne ha sentito parlare solo per articoli di giornale che hanno riportato notizia di una condanna in primo grado per falsa testimonianza.Con la pena sospesa e perfino con la non menzione nel certificato penale.E questo in un processo assai complicato e difficile - che ha stravolto San Martino di Taurianova qualche anno fa. Ora, all'improvviso, se ne stanno occupando giornalisti di valore..persone per bene. Questo Prete , amato in quella sua Parrocchia - non ha mai gridato ... ha piegato il capo e - in obbedienza al suo Vescovo - ha accettato il trasferimento in una Parrocchia più grande, a Polistena. Qui la Gente che l'ha conosciuto l'ha totalmente voluto bene. Ora - sempre questo Prete è stato mandato a Gioia Tauro, a dirigere la Parrocchia dalla quale era partito decenni fa per entrare in Seminario. E sta succedendo un putiferio mediatico e non si capisce il perchè.. Polistena non è meno di Gioia Tauro...sicuramente...In nome della memoria, dice un giornalista....è una promozione...dice un altro ....un'altra dipinge tinte fosche sulla situazione.Non giudico....ma questa storia in mano a giornalisti attenti - e di solito garantisti- non mi piace per niente.Una eclatanza ingiustificata...a meno che si voglia crocifiggere questo uomo per altri fini e si sa .....ogni occasione, come sempre, è propizia. Un giornalista che stimo ha detto che avrebbe voluto sentire la parola " perdono" e che lo " scusarsi" ci stava tutto.Sarà. Ma io penso che in questo momento siano del tutto fuori posto l'eclatanza ed i
rilievi dati su precarie conclusioni di un processo difficile ed assai
controverso: processo nel quale il Sacerdote è stato trascinato sui piani inclinati delle insidiosissime questioni che spesso involgono l'istituto della falsa testimonianza o della
reticenza. La condanna in primo grado non è sentenza spendibile, se c'è
in corso appello. E, credetemi , ho visto nella mia ultraquarantennale
esperienza molte sentenze anche definitive che grondano del sangue e del
dolore degli innocenti. Anche il "perdono" e lo "scusarsi" possono e devono confrontarsi con queste non indifferenti
questioni . La mia vita è stata illuminata dalle letture giovanili, mai
abbandonate- ma sempre più meditate - del trattato sulla tolleranza di
Voltaire.Anche Lui si occupava di un innocente, per il quale nessuna
garanzia vi fu a contrastare l'arbitrio e l'ingiustizia...e che fu portato alla morte..Pensarci oggi non fa certo male. E non fa male pensare che l'oggetto dell'interesse non sia un Prete ma sia - ancora una volta - Gioia Tauro.
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