Inutile piangere. L'acciaieria di Taranto è finita. Anche tardi. Troppo tardi. Non la vuole l'AcelorlMittal, non la vogliono i Tarantini...non la vuole la parte maggioritaria del Governo. E' finito da molto tempo un modello di sviluppo e quella fabbrica di vita e di morte...per come è fatta...per come è collocata...non può rimanere lì....nemmeno a nazionalizzarla. Finisce l'inganno industriale promesso al Sud quando fu impiantata l'Italsider....lo stesso inganno che si voleva per Gioia Tauro ed il mai nato V centro siderurgico.Oggi in gioco, purtroppo ci sono i posti di lavoro...e non sono pochi.Ricordo ancora le giornate passate a Taranto nel 1975..con tanti altri giovani della Piana per studiare con il FORMEZ le problematiche di una acciaieria impiantata vicino al progettato Porto, a ridosso degli aranceti e delle popolose città.Ci portarono al rione Tamburi, già allora devastato...ma solo Antonio Cederna gridava alla distruzione dell'ambiente.Poi ci hanno pensato le morti per cancro ed una città bellissima diventata irrespirabile a fare cambiare idea.Bisogna che il Sud sappia trovare la sua strada. E non è quella di barattare il posto di lavoro con la vita.Bisognerà riflettere ancora.E finirla di pensare ad un futuro industriale impossibile...guardando e piangendo sulla fabbrichetta di armi di Mongiana e della sua piccola acciaieria alimentata con gli alberi delle Serre calabresi.Sono ben altri i demoni della politica,dell'economia e del mercato che ci hanno relegati all'abbandono.
sabato 9 novembre 2019
REQUIEM PER TARANTO
Inutile piangere. L'acciaieria di Taranto è finita. Anche tardi. Troppo tardi. Non la vuole l'AcelorlMittal, non la vogliono i Tarantini...non la vuole la parte maggioritaria del Governo. E' finito da molto tempo un modello di sviluppo e quella fabbrica di vita e di morte...per come è fatta...per come è collocata...non può rimanere lì....nemmeno a nazionalizzarla. Finisce l'inganno industriale promesso al Sud quando fu impiantata l'Italsider....lo stesso inganno che si voleva per Gioia Tauro ed il mai nato V centro siderurgico.Oggi in gioco, purtroppo ci sono i posti di lavoro...e non sono pochi.Ricordo ancora le giornate passate a Taranto nel 1975..con tanti altri giovani della Piana per studiare con il FORMEZ le problematiche di una acciaieria impiantata vicino al progettato Porto, a ridosso degli aranceti e delle popolose città.Ci portarono al rione Tamburi, già allora devastato...ma solo Antonio Cederna gridava alla distruzione dell'ambiente.Poi ci hanno pensato le morti per cancro ed una città bellissima diventata irrespirabile a fare cambiare idea.Bisogna che il Sud sappia trovare la sua strada. E non è quella di barattare il posto di lavoro con la vita.Bisognerà riflettere ancora.E finirla di pensare ad un futuro industriale impossibile...guardando e piangendo sulla fabbrichetta di armi di Mongiana e della sua piccola acciaieria alimentata con gli alberi delle Serre calabresi.Sono ben altri i demoni della politica,dell'economia e del mercato che ci hanno relegati all'abbandono.
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