Le sole poche parole le ha pronunciate l'unico condannato: "se fossi il padre di una vittima ragionerei come lui". Gli fa onore . Non ha contestato, ha preso atto.Il che significa che in ogni caso ha compreso che c'è sempre un dolore della vittima ....che come tale giudica e condanna e non può conoscere il torto.E che va capìta. Poi ci sono le assoluzioni : gli scienziati condannati in primo grado che - componenti della Commissione Grandi rischi - non avevano previsto il terremoto ed in qualche modo lo avevano esorcizzato, quando da giorni e giorni l'Aquila tremava sì ...ma non tanto.Sciami sismici di incerta interpretazione. Succede ogni giorno in Italia, terra ballerina. Penso che i Giudici abbiano fatto bene ad assolverli. Gli scienziati non sono maghi e ragionano con dati e probabilità statistiche.Ed in genere hanno ragione.Ed il medioevo è passato da un pezzo.Tutto ciò può essere difficile da capire o - se preferite - non è facile. Ma forse bisogna cominciare a riflettere sul fatto che non tutte le azioni od omissioni umane possono essere valutate con un codice che sappia solo condannare. Siamo governati da regole e queste - ed il loro rispetto - possono portare anche a soluzioni che appaiono tali da fare sentire calpestato il senso di giustizia.Ma sono le regole della nostra convivenza di uomini liberi e civili. D'altra parte l'idea primigenia di giustizia non nasce forse dalla consapevolezza di una ingiusizia patita? E gli assolti - ma prima condannati - non hanno vissuto anche loro come ingiusta la loro condanna?Non si sono sentiti e dichiarati vittime? E' difficile pesare il dolore.A volte è impossibile condividerlo.E nessuno - in queste cose vorrebbe prendere il posto dei protagonisti. Ma quel che succede - dobbiamo pensarlo - non succede sempre agli altri. Può capitare anche te, a tuo figlio, alla tua famiglia. L'equilibrio e la pace sociale si misurano con il sistema di pesi e contrappesi e di garanzie al quale dobbiamo ancorarci.E' il sistema che ci ha fatto allontanare dalla Jungla, costruire le città e le nazioni e ci ha fatto credere nella possibilità e nella speranza di una buona convivenza.Teniamoci strette queste certezze.I Grandi rischi verranno se le perderemo.
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