Mai sentito il suo nome prima. Lo conosciamo oggi, tutti, perchè è morto. Caduto in Siria, combattendo contro l 'ISIS, per la libertà del popolo Curdo. Non siamo più abituati a questo tipo di eroismo ; non è facile pensare di prendere le armi contro gli assassini foraggiati dall'Imperialismo, in una visione ancora romantica della vita spesa per un ideale per il quale vale la pena di vivere e morire. Poi contro l'ISIS, del quale quale abbiamo conosciuto l'orrore.Non siamo al tempo della Repubblica Spagnola, delle brigate internazionali, del mondo appeso tra due precipizi....quando migliaia e migliaia di giovani da tutto il mondo accorrevano a difendere la libertà. E non è facile- oggi, globalizzati e omologati - farsi una opinione "quieta" di questi ragazzi generosi che lasciano la casa, gli affetti e le famigle per stare da "una parte", per essere ancora e per sempre "Partigiani". Ho sentito il dolore del padre, distrutto e senza oramai lacrime ma orgoglioso e rispettoso di quel figlio - Lorenzo Orsetti - che ha voluto scegliere la sua vita. Condivido quel dolore, quell'orgoglio e quel rispetto.
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