giovedì 5 novembre 2020

CALABRIA ROSSA

E' stato anche il mio sogno . "L'Emila è rossa, la Calabria  lo sarà". Centinaia e centinaia di manifestazioni e quella speranza declinata in certezza e gridata nelle piazze. Ora la Calabria è rossa per decreto. Ed i calabresi rossi lo sono ...  ma di rabbia e di vergogna. Il decreto è  la firma sulla nostra condizione di disperati. Abbiamo il minore numero di contagiati d'Italia e con una popolazione che in tutta la Regione non conta più di mezza cintura dell'hinterland milanese . Ma non abbiamo una sanità, checchè ne dicano  i cantori dell'ultimo momento. Non l'hanno voluta i Calabresi in decenni di malgoverno felicemente  affidato a ladri ed incompetenti; non l'hanno imposta i medici bravi e preparati che hanno accettato di  sopportare ospedali da terzo mondo e l'avanzamento e le carriere - sulle loro teste e sulle loro competenze -di emeriti ignoranti, dal primariato loro affidato solo dalle raccomandazioni politiche ed dai comparati mafiosi .

Non l'hanno voluta le migliaia di medici che, indisponibili al malaffare, hanno creduto essere meglio per loro un posto al Nord o all'estero....svuotando la nostra Regione di giovinezza e forza, ed abbandonando le famiglie, dissanguate per farli studiare . Oggi paghiamo questo. E lo paghiamo tutti. E lo paghiamo per colpa nostra e di un Governo centrale che da oltre dieci anni affida a Generali - chiaramente inadatti a qualsiasi guerra - la nostra salute e la nostra dignità.

 In Calabria cade da anni un ponte Morandi al giorno. Ma per i Calabresi non c'è stato mai un Sindaco di Genova cui affidare la ricostruzione. E - come pecore al macello - siamo partiti in centinaia di migliaia a curarci nei centri della sanità del centro e del nord italia, a nostre spese ed a spese della nostra Regione.Senza fiatare. Ora ci dicono che ci hanno dipinto di rosso per quest nostra difficoltà a fare fronte anche ad un solo posto letto in più .E che, dunque,  lo fanno nel nostro interesse. E penso sia così. Deve essere così. Perchè senza la beffa, che danno sarebbe il nostro?

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