Lo consideravo immortale. Perchè , passando i decenni, Lui era sempre lo stesso. Stesso sorriso accattivante, dialogico direi .Stessa curiosità e stessa sorpresa ad incontrarlo. E - ad incontrarlo per caso o in programmate circostanze - sempre la sorprendente sua capacità di riprendere un discorso lontano, quasi un filo rosso per pensieri ed opinioni scambiati, incrociati, pesati, soppesati.E quel "come stai? " affettuoso e coinvolgente.E l'ironia, medicina grande per affrontare il mondo.
Mi è sempre dispiaciuto non averlo avuto come Professore di Filosofia al mio liceo. E gliel'ho detto più volte. Mi ha sempre inorgoglito sapere da lui che mi avrebbe veramente voluto come allievo. E pensare che partivamo da certezze diverse...e chi ha avuto la fortuna - o la sfortuna - di vivere intensamente "il secolo breve" sa di cosa parlo...della difficoltà di dialogo, dei muri ideologici, degli scontri intellettuali che sapevano di pietre.E poi la evoluzione dei tempi...le nuove idee...la interculturalità...l'incontro di mondi e civiltà...e poi ancora i nuovi discorsi sulla tolleranza...la curiosità di nuovi mondi.Affiorano alla mente tanti ricordi.
In questo mondo di pandemia travolgente ci è fatto divieto anche per l'estremo saluto. Lo sostituiamo con questo, vero Professore? Ed ancora un sorriso. Ed ancora un grazie e... ciao!
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