E' da ieri che imperversa sul Web - come un mantra - il funerale di Vittorio Casamonica, lo zingaro che si è impadronito con la droga di una fetta di Roma e che ha visto la celebrazione della sua grandezza nella indifferenza dei pubblici poteri.Nessuna sorpresa. Anche a Gioia Tauro abbiamo avuto i cavalli napoletani e le carrozze. Ma a Roma - e nell'epoca dei social network - non poteva passare inosservato....perchè è stato celebrato in modo che non passasse inosservato.Una celebrazione di grandezza, una dichiarazione di legittimità di un potere illegale, una sfida inaccettabile in un paese civile. In sintesi : " Lo avete dovuto subire da vivo e lo dovrete subire da morto e potremo chiamarlo padrino e dimostrarne la sua importanza, "re" ieri in terra e che si appresta a prendere oggi possesso finanche del Paradiso". Vabbò. Fate pure. Alla fine il responsabile sarà qualche appuntato e l'elicotterista . Ma finitela di organizzare le ricorrenze delle morti di Falcone e Borsellino.Non ne siete degni. Ed in queste condizioni non serve più.
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