Belpietro lascia "Libero" .Più giusto dire che lo hanno cacciato. In Italia gli editori fanno così e lui - difficile pensare il contrario - si dice d'accordo. Quando uno è agli ordini...lo è sempre. Coerenza impone. Ma qui la cosa si fa più complicata...perchè l'avvicendamento del direttore - pare - risponde ad altra logica: quella di garantire al "SI" al referendum costituzionale una base più larga.E Belpietro è per il NO. I giornali , d'altra parte, contano - eccome! - nel condizionare gli orientameni dei cittadini.Ed il buon Belpietro cosa ha fatto finora se non dare volto e voce alla cricca di Berlusconi.?...E quindi ..come distaccarsi dal NO se è anche un voto contro Renzi? Ma , evidentemente, questa obbedienza non basta più...ci sono interessi "altri" e non si può sbagliare. Torna Feltri...che è più autorevole e - per voltafaccia di opinioni - meglio averne uno con le spalle più larghe. Mha! sta diventando difficile scrivere NO sulla scheda referendaria..... ancor più difficile scrivere SI. Comunque acque torbide.Siamo circondati.
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