E' stato la Storia della nostra Città. Fa parte - e lo farà ancora per lungo tempo - della storia delle nostre famiglie. Ci ha seguito nella nostra crescita, è entrato nelle nostre case, ha insegnato nelle nostre scuole , benedetto le nozze dei nostri figli, battezzato figli, nipoti e pronipoti, ha accompagnato i nostri morti. Ha fatto sentire la sua voce quando la Città è stata nel silenzio e nel dolore. Ora Don Francesco non c'è più. Non l'ho mai chiamato "monsignore". Ma ne sono stato amico da subito, quando - con tutta la famiglia pigiata sulla nostra 1100 - nel 1963 siamo andati, con moltissime altre famiglie, a "prenderlo " a Mileto per portarlo in corteo a Gioia per il suo insediamento a Parroco del Duomo, a Parroco della Città. Sono stato " il suo " chierichetto , primo premio nazionale . Mi ha sempre voluto bene ed io godevo della sua amicizia e della sua confidenza. Anche - forse soprattutto - quando la Chiesa non l'ho più frequentata. Ne conoscevo le preoccupazioni., le delusioni, le angustie per una Città che stentava sempre a trovare la sua strada...pochi passi avanti..tanti indietro . Ma ne conoscevo anche le speranze ed i progetti., ai quali non rinunciava...E l'intelligenza viva, critica, spesso "superba".. quella che a volte gli ha alienato le simpatie di tanti suoi confratelli... e lo studio...puntuale e rigoroso delle Scritture...mai disgiunto dalla quotidianità e dai suoi bisogni. Portava la sua importante età...fino a pochi mesi fa....nel suo viso sempre giovanile...senza , forse, sentirne il peso.
Oggi siamo più soli. In questa strana primavera di coronavirus, sento come non mai scendere la tristezza sulla Città. Avremo tempo, don Francesco, di fare sentire le Campane della Resurrezione per ricordarVi con la solennità meritata con duro lavoro. Ma adesso solo..soltanto ...Grazie... ed un bacio.
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