Renzi dice che vuole presentare un piano per il lavoro.Da tempo lo chiama job act..perchè in inglese si capisce meglio.Vorrei capire cosa c'è scritto in italiano, magari anche un po in lingua regionale.Tendo a non fidarmi.Ma, credetemi, in questo caso non è per partito preso.E' che Renzi non sa ancora cosa sia questo job act.In qualche modo lo ammette.Lancia accenni, propone date, poi mezze date.Oggi ha chiesto a tutti di mandare proposte e formulare soluzioni. Potrebbe essere un buon segno se invece non rivelasse la inconsistenza di un credibile progetto.Sulle cose che ha proposto fumosamente è già intervenuto il Ministro Giovannini che è uno che qualcosa capisce.Ha fatto presente che le idee non sono nuove e che già sono stati calcolati i costi che - a quanto pare - non sono sostenibili. Un nuovo codice del lavoro in otto mesi mi pare una bella proposta. Difficile realizzarlo e temo che l'idea - da spendere per gli investitori stranieri - dovrà essere accantonata.Ma qualche consiglio glielo invierò.In questo settore qualcosa capisco e conosco bene il suono delle due campane e la necessità di un nuovo ragionare tra lavoratori ed imprenditori.Le cose vanno male e le soluzioni pratiche e condivise non devono trovare ostacoli in bizantinismi ideologici.Rimettiamo in piedi la baracca.Questo è il primo impegno ed i sacrifici, per come li stiamo facendo, non portano a nulla.Facciamoli dunque i sacrifici , partendo dai lavoratori e dagli imprenditori, che conoscono i guai della pentola. E senza giri di parole.Lancio subito una proposta:1) Le aziende fino a 200 dipendenti potranno assumere solo a tempo indeterminato e con la possibilità di licenziamento per riorganizzazione aziendale o riduzione di personale solo seguendo i criteri finora seguiti con gli accordi interconfederali ( anzianità, carico di famiglia etc).2) Per le aziende fino a 200 dipendenti, l'art.18 dello Statuto del lavoro non sarà applicabile se non in caso di licenziamento dovuto a discriminazione politica, sindacale, politica, di razza e di genere.3) Le assunzioni a tempo indeterminato comporteranno una riduzione del carico contributivo del 10% rispetto al carico previsto per il lavoro a tempo determinato.4) il maggior carico sul lavoro a tempo determinato confluirà su un fondo di accantonamento destinato agli ammortizzatori sociali.
Vi assicuro che in territorio come la Calabria già sarebbe una rivoluzione.
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