lunedì 21 luglio 2014

CRISTIANI

Nella civiltà della comunicazione dove tutto è comunicazione, tutto finisce per essere facilmente dimenticato. Nella civiltà delle guerre regionali, in un mondo che in questo modo si bea della inesistenza di  guerre mondiali, ogni guerra finisce per essere giustificata. Ed avviene così che nella indifferenza del mondo, in Iraq, a Mosul, intere comunità cristiane lì presenti dai tempi degli Apostoli, sono costrette ad andare via portando con sè solo i vestiti indossati.Ulteriore conseguenza di quella guerra assurda, figlia in primis di un imperialismo ottuso e delle decisioni di un Presidente americano alcolizzato che faceva i conti solo con la sua vita privata di figlio complessato e ridicolizzato. Che poi alla fine, si fanno i conti con la mancata comprensione della singolarità delle forme organizzative delle popolazioni mediorientali. Si fanno i conti con concetti di democrazia occidentale  che fanno a pugni con le leadership dei rais..Esportazione di presuntuosi modelli di civiltà che ha portato solo  disastri dall'Iraq al Libano, alla Siria,alla Libia, alla Palestina, alla Tunisia: perfino la Turchia non ne è esente. Ed ovunque si "sta peggio di quando si stava meglio". Ed in Iraq oggi  pagano i cristiani. Rispettati per secoli e secoli, oggi sono il bersaglio facile di chi li accomuna alle cause di tutti i loro mali. Si è alzata la voce di Francesco. Ma non basterà...come non è bastato piantare l'ulivo in Vaticano. Ma lasciare soli quei cristiani sarebbe solo il segno della nostra incapacità di decidere e di incidere sulle sorti del mondo.Potremo fare qualcosa?

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