Ed è finita ad ergastolo e carcere duro e lungo.Suggello alla imbecillità della forza senza la ragione e senza il cuore.Non modifica il dolore per quell'orrendo delitto ma ci ricorda quanto sia duro ancora vivere da queste parti e come può essere ancora più ingiusto il morire.
Il primo Marzo dello scorso anno Fabrizio è tornato a casa.Ripropongo qui i pensieri di pace che ho pensato di trasmettere con il post pubblicato in quella occasione:
" Non lo conoscevo, se non di
vista.Curioso imparare a conoscere una persona ...dopo. Cosa dire in
questa strana serata di fine inverno, dopo un anno di attesa.....Un anno
fa sono andato, con altro compagno di scuola, a trovare Antonio, il
padre.Quando con qualcuno hai fatto le elementari, nella stessa classe,
sei amico per sempre.Si scoprono o riscoprono solidarietà e vicinanze,
condividi il dolore come si fa con il pane.E' importante.E' vero.Fabrizio
torna a casa. Non lo aveva allontanato nè la giovinezza nè l'amore. Lo
aveva fermato l'inbecillità di una violenza cieca.Bel risultato il
dolore, le lacrime ,il sangue,il carcere, le solitudini,le vite
comunque segnate, sporcate, spezzate, inaridite.Una comunità
ferita.Pensieri e parole inadeguati e vani.Non inutili.Da un anno si
riflette sul mal di vivere delle nostre contrade, ti accorgi di padri e
di padroni che parlano lingue incomprensibili mentre - tutto intorno -
la vita batte i ritmi con nuovi tamburi, disegna arcobaleni che vanno
oltre mentalità e confini non più accettati. Nuovi giovani e nuovi
alfabeti con i quali scrivere le storie del mondo.Ora Fabrizio ritorna. E
racconta pensieri di pace.Accogliamolo come fratello, come figlio, come
amico.Tutti ne abbiamo bisogno se tutti siamo Fabrizio"
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