Prima del voto della primavera dello scorso anno fantasticavo sulla necessità di una legislatura che sapesse farsi costituente.Nutrivo grande speranze ed affidavo l'Italia - e quindi tutti noi - allo slancio di un Parlamento rinnovato, per quanto nominato, capace di comprendere il nuovo facendo esperienza grande delle cose buone e degli errori del passato.Sappiamo come è andata, la fine di Bersani, la delusione per Grillo, la ricomparsa delle logiche inciucitarie che hanno rimesso in sella le condizioni per gli antichi vizi.Poi il consenso di semimassa ( il 50% non vota più) del Matteo mai eletto, manco nominato...che ha promesso di cambiare il mondo. Già sappiamo di che pasta sono fatte le sue promesse, di quale credibilità godano le sue analisi,della permanenza dei compromessi indecenti sui quali confida per restare in sella...insieme alla minaccia di trionfali nuove elezioni.Non può aver colpa di tutto, certamente. Ma sta rischiando di non avere ragione su niente. E se la disoccupazione continua a galoppare ed i conti non sono affatto in ordine - ed anzi sono lapalissianamente truccati - ci sarà pure una ragione che lo riguardi. Ma oramai siamo tutti incollati alla battaglia del Senato.Una sponda del Piave ? No...piuttosto una riforma della quale l'Italia nulla sa e che si rivela un pasticcio , che peggiora con il passare dei giorni. Ora - a fare funzionare una maggioranza che non c'è - il Presidente del Senato ha riscoperto il canguro. Ma il Governo è stato già battuto a voto segreto sulle competenze del Senato che verrà....chiamato a legiferare ancora su delicatissime situazioni. Ha ragione Renzi quando dice che la Gente non capisce quel che sta succedendo....ma deve farsi una ragione, serenamente, ed ammettere che anche lui la sta tirando alle lunghe con il dilettantismo battutaro. Si ha successo in uno spettacolo. Alla lunga non funziona al Governo, come ci ricorda la esperienza del suo alleato Silvione. Nella sede della Camera alta, sulla via d'agonìa, troppi strani ed esotici animali la stanno facendo da padroni.Non camminano su queste strade i destini della Patria.
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