giovedì 20 marzo 2014

VENDESI


Una brava collega - reduce da un viaggio nel Nord est - mi raccontava dei chilometri di capannoni chiusi e dei cartelloni "VENDESI ", grani di un rosario infinito, a rallegrare le strade. Ne era fortemente scossa". Se le cose stanno così, dove andremo ? ". Brutta storia. La locomotiva italiana in panne. Immaginiamo il sud. Ma alla domanda risponde  sempre il Nordest. Ha inventato un referendum esplorativo - nulla di valore legale intendiamoci -  ma certamente idoneo a registrare umori  e tendenze. Referendum per il distacco dall'Italia.  Guardano a Venezia o all'Austria.Forse  di più alla seconda che ho detto.Non sono soli. Pensano di essere in compagnia della Crimea....ma lì è altra cosa....pensano con maggiore speranza alla Catalogna ed alla Scozia. Pare che per queste regioni-nazioni si sia vicini alla indipendenza , che supera la pur goduta amplissima autonomia. Ma - se mi consentite- i secessionisti del Veneto sono più figli della crisi che di una ritrovata identità da difendere. Ognuno ragiona per come sa ed i Veneti della secessione ragionano con la pancia. Vogliono trovare la soluzione dei problemi nella esaltazione degli egoismi di parte. Si vogliono separare dal Paese perchè ragionando d'Italia anche per loro si allungano i tempi della ripresa.Il passato - anche recentissimo, non conta molto.Hanno costruito il loro benessere non da soli  ma con l'ombrello protettivo e generoso di un'Italia che molto ha dato. La  effimera economia delle Partite Iva è figlia legittima di una globalizzazione insensata. E di questa sono loro le  prime protagoniste.Hanno lasciato l'Italia per produrre a due passi ,dopo il confine. I loro soldi al sicuro ed i poveri di sempre sulle barricate del bisogno.E delle illusioni.Con lo sventolio delle belle  bandiere rosse e dorate con il Leone di San Marco forse non si mangerà...ma il morso della fame si sentirà meno. Soluzioni antiche per acrobazie politiche.Nulla di nuovo - ancora una volta - sotto il sole.

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