giovedì 10 marzo 2016

OLIO TUNISINO


Intendiamoci:  i tunisini hanno le loro ragioni e noi abbiamo i nostri doveri verso un popolo ed una Regione assai vicina all'Italia e spesso centro di interesse degli investimenti commerciali ed industriali degli italiani.Ma la decisione della UE, persa a stragrande maggioranza, di consentire grandi aumenti dell'importazione di olio di oliva tunisino....deve farci riflettere sulla marginalità politica delle regioni meridionali nell' orientare le politiche nazionali  e quelle dell'Italia in Europa. Calabria, Sicilia, Puglia...costituiscono le cisterne  del miglior olio del mondo ma...non contano nulla. Non hanno contato per arance e mandarini...non stanno contando per l'olio.Quando andavo al liceo...i compagni di scuola che avevano il papà con un ettaro di clementine se la passavano bene...con tre ettari erano ricchi.E così con l'olio ancora non dominato dai potentati della grande distribuzione.Poi è venuta la droga degli aiuti comunitari che ha distrutto la volontà imprenditoriale di fare e dare qualità...e si è assistitio all'abbandono delle terre ulivetate, ancorate alla "minna" dell'integrazione e alla politica del conferimento degli agrumi all'ammasso per la distruzione.E poi sono arrivate le mafie che si sono impadronite delle terre, hanno monopolizzato il mercato, i trasporti e perfino gli imballaggi. I risultati sono davanti a tutti.Venti anni fa le arance spagnole....ora l'olio tunisino....E' il de profundis della nostra agricoltura meridionale.Ed avevamo solo quella. Inutile  stare a discutere.Senza rivoluzioni non c'è futuro.

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