domenica 2 febbraio 2014

CARO RENATO,TI SCRIVO

                                                                                              A  Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro

Caro Renato, ho ascoltato ogni parola del tuo discorso sotto la pioggia con accanto i sindaci della Piana e con sotto il palco i non numerosi cittadini e giovani che hanno superato il maltempo per esserci. Rispetto ed onoro ogni presenza e rispetto la tua opinione pur gridata nell'improbabile e per te inconsueto piglio di tribuno "avantipopolo" . Rispetto la tua opinione ma non la condivido. In estrema sintesi quel che dici è: " tutto va bene ma fuori dal mio giardino" . E con te i sindaci della Piana che ti facevano corona. Al solito si sono sventolate le bandierine consunte del colonialismo del nord e della inaccettabile politica romana..quando ogni giorno con la politica romana si fanno i conti, si stringono alleanze e quant'altro.Te compreso, caro Renato... Gioia Tauro e la Piana comprese...Il risultato è l'aumento della confusione ed una sola certezza: la politica locale - di tutta la Piana e non solo di Gioia Tauro - non ha progetti e sopratutto non ha le idee chiare sul presente e sul futuro. E questo lo pagheremo caro...e già lo stiamo pagando. E bisogna superare questa politica che vive alla giornata, senza obbiettivi per il futuro..che cavalca populismi e non ha cultura di governo...che non assume responsabilità...che non sa essere positiva protagonista....che sa solo dire parole destinate al vento dell'inconcludenza. La vicenda siriana è una questione internazionale sulla quale il Governo italiano ha preso impegni. C'è ragionevole motivo per ritenere che lo abbia fatto secondo tutte le regole della sicurezza ed è solo pazzesco pensare che così non sia. Ci può fare piacere oppure no che "una parte" - non la più importante - della operazione sia effettuata nel nostro porto. Ma sarà così. E così sarà non perchè "dovremo" subire.. perchè su di noi possono fare quel che vogliono ed altre amenità del genere. No sarà così perchè "la Politica" deve decidere e non può essere ostacolata ad ogni passo. E questo è un passo che coinvolge i rapporti internazionali del nostro Paese. E coinvolge un processo di pace...non un traffico illecito di sostanze venefiche. Ho scritto sin dal 16 Gennaio che - a cose oramai fatte - l'operazione era una buona occasione per Gioia Tauro per mettere una firma sulla pace. Non è cosa da poco conto e ci proietta in una dimensione ben più grande della già grande importanza commerciale del nostro porto. E questi risultati e questi riconoscimenti vanno coltivati e fatti diventare nuove ed importanti scelte politiche che devono avere al centro lo sviluppo del porto, la sua centralità europea nel sistema della logistica, la nuova politica delle zone economiche speciali e quant'altro. Non capire queste cose significa relegare la funzione della politica al pianto vittimistico del meridionalismo d'accatto ed accettare che il nostro porto sia solo una proprietà della MCT e l'occasione dei soliti noti che si ricordano del porto solo nell'occasione del ritrovamento di qualche container carico di cocaina, sempre dimenticando e passando sotto silenzio i quotidiani identici rinvenimenti nei porti di Napoli, Genova, Cagliari, Trieste e via delinquendo. No. Il nostro porto è ben altro. Ed ha professionalità e capacità che possono affrontare il mondo. E questa è - potrà essere - una buona occasione, sostenuta da una visibilità ed un riconoscimento internazionali senza precedenti. Ma  tutto questo ha bisogno di una politica che ne sia degna. Un abbraccio. Pino Màcino

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