A Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro
Caro
Renato, ho ascoltato ogni parola del tuo discorso sotto la pioggia con
accanto i sindaci della Piana e con sotto il palco i non numerosi
cittadini e giovani che hanno superato il maltempo per esserci. Rispetto
ed onoro ogni presenza e rispetto la tua opinione pur gridata
nell'improbabile e per te inconsueto piglio di tribuno "avantipopolo" . Rispetto la tua opinione ma non la condivido. In estrema sintesi quel
che dici è: " tutto va bene ma fuori dal mio giardino" . E con te i
sindaci della Piana che ti facevano corona. Al solito si sono
sventolate le bandierine consunte del colonialismo del nord e della
inaccettabile politica romana..quando ogni giorno con la politica romana
si fanno i conti, si stringono alleanze e quant'altro.Te compreso, caro
Renato... Gioia Tauro e la Piana comprese...Il risultato è l'aumento
della confusione ed una sola certezza: la politica locale - di tutta la
Piana e non solo di Gioia Tauro - non ha progetti e sopratutto non ha le
idee chiare sul presente e sul futuro. E questo lo pagheremo caro...e
già lo stiamo pagando. E bisogna superare questa politica che vive alla
giornata, senza obbiettivi per il futuro..che cavalca populismi e non ha
cultura di governo...che non assume responsabilità...che non sa essere
positiva protagonista....che sa solo dire parole destinate al vento
dell'inconcludenza. La vicenda siriana è una questione internazionale
sulla quale il Governo italiano ha preso impegni. C'è ragionevole motivo
per ritenere che lo abbia fatto secondo tutte le regole della sicurezza
ed è solo pazzesco pensare che così non sia. Ci può fare piacere oppure
no che "una parte" - non la più importante - della operazione sia
effettuata nel nostro porto. Ma sarà così. E così sarà non perchè
"dovremo" subire.. perchè su di noi possono fare quel che vogliono ed
altre amenità del genere. No sarà così perchè "la Politica" deve
decidere e non può essere ostacolata ad ogni passo. E questo è un passo
che coinvolge i rapporti internazionali del nostro Paese. E coinvolge un
processo di pace...non un traffico illecito di sostanze venefiche. Ho
scritto sin dal 16 Gennaio che - a cose oramai fatte - l'operazione era
una buona occasione per Gioia Tauro per mettere una firma sulla pace.
Non è cosa da poco conto e ci proietta in una dimensione ben più grande
della già grande importanza commerciale del nostro porto. E questi
risultati e questi riconoscimenti vanno coltivati e fatti diventare
nuove ed importanti scelte politiche che devono avere al centro lo
sviluppo del porto, la sua centralità europea nel sistema della
logistica, la nuova politica delle zone economiche speciali e
quant'altro. Non capire queste cose significa relegare la funzione della
politica al pianto vittimistico del meridionalismo d'accatto ed
accettare che il nostro porto sia solo una proprietà della MCT e
l'occasione dei soliti noti che si ricordano del porto solo
nell'occasione del ritrovamento di qualche container carico di cocaina,
sempre dimenticando e passando sotto silenzio i quotidiani identici
rinvenimenti nei porti di Napoli, Genova, Cagliari, Trieste e via
delinquendo. No. Il nostro porto è ben altro. Ed ha professionalità e
capacità che possono affrontare il mondo. E questa è - potrà essere - una
buona occasione, sostenuta da una visibilità ed un riconoscimento
internazionali senza precedenti. Ma tutto questo ha bisogno di una
politica che ne sia degna. Un abbraccio. Pino Màcino
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