lunedì 23 giugno 2014

DANTE E MATTEO

Matteo Renzi non lascia mai , con il pensiero, Firenze nemmeno ora che si appresta ad essere il leader semestrale dell'Europa. E - in questi giorni cruciali di giochi e giochini sui nomi che  conteranno in questa stramba Europa, apre le danze scrivendo a chi di dovere citando un passo della 'Vita Nuova' di Dante : "nomina sunt consequentia rerum". E Dante aveva ragione e  mi piacerebbe  l'avesse anche Matteo,  se i nomi  per l'Europa li saprà fare. Perchè finora - checchè ne dicano le cronache - le persone scelte per il suo Governo fanno acqua da tutte le parti...In ultimo con la pretesa riforma della Pubblica Amministrazione della quale - a furia di spacchettamenti in  Quirinale - non si sa che resterà. Ma meglio niente e malefigure oggi ... che approvare testi impresentabili pronti ad essere impallinati..appena domani ,come ha dovuto ricordare Re Giorgio. Matteo , forse, dovrà incominciare a capirlo anche per i suoi. Lui ancora per un pò potrà fare quel che vuole. La gente vuole lui...come all'improvviso volle Grillo ...come all'improvviso abbandonò Grillo....Ma se vuole diventare - e l'occasione oramai ce l'ha - lo Statista che  non è.....ai nomi ci deve stare attento anche lui. Carine le ministre...perfino sturbante la Boschi...ma a quanto si vede e si sente ...la compagine è scarsa assai....pur tenuta in piedi dal culo stellare e dalle tessiture acrobatiche di Graziano il sicario. Mi permetto di ricordare che Dante trasse la frase da un passo delle Istituzioni di Giustiniano che piu o meno diceva  "nos ... consequentia nomina rebus esse studentes ... «noi ... cercando di far sì che i nomi corrispondano alle cose ...»). Bhè...cerchiamo di farlo anche con il Governo,  anche oggi che una senatrice come la Finocchiaro è costretta a strillare per le indecenze degli emendamenti alla  Legge di Riforma del Senato, che il Governo ha voluto e delle quali cerca di scrollarsi la responsabilità...attaccandola agli altri. Non si fa, Matteuccio...non si fa.  La cosa Pubblica è cosa seria. Non può essere sempre o per sempre affidata  a nomi indecenti. Perchè , appunto, "nomina sunt consequentia rerum".Lo vai dicendo...seguine il senso...è meglio.

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