Quaranta minuti da casa e sei nel cuore dell'Aspromonte.Aspro, solenne...mi sembra immutabile ....non so.... forse non è buona cosa...forse lo è.Ieri sera - tardo pomeriggio -attraversavi le curve ammantate dai pini e, improvvisa, compariva la notte....per aprirsi di nuovo al giorno quando la radura prendeva il sopravvento per mostrare nuovi orizzonti. Freddino. 10 gradi scarsi.Chissà domani, pensavo.Quaranta minuti e cambi stagione e trovi il bel fuoco di un grande camino.Quanti amici! bellissima serata.Stamani il sole!..il piacere di andare verso il centro che centro non è.Questa Calabria sa essere sempre periferia e la sensazione non è la più bella.Chiudi gli occhi. Li riapri.Tutto fermo da trent'anni, come la seggiovia...e quando si muoverà? Sento il Presidente del Parco dell'Aspromonte.E' giovane.E' sicuro.Parla del Parco come di persona viva.."Dall'alto", dice," le cose si vedono meglio".... e ti accorgi quanto quelle parole contengano certezze e speranze. Ha cultura classica..solida...un piglio manageriale che non trasmoda ...semplice..non spiega ma cerca di dare una risposta con noi che lo ascoltiamo su questa strana montagna, su questo dorsale che già cinquemila anni fa le popolazioni mediterranee attraversavano per cercare, inventare, stabilire nuove civiltà.Ci sono guide.Anche un rifugio...dentro un bar una vetrina grandissima espone centinaia di pubblicazioni, ben curate, sulla flora e la fauna della nostra montagna, la sua storia....storia di uomini e di briganti....sulla cultura dei pastori, sulla sapienza contadina...Le locandine ti offrono per i mesi a venire occasioni di accoglienza articolate e valide.Poco, costa tutto poco.Ti mostrano i laboratori che studiano e controllano le biodiversità, che proteggono l'esistente e lo aprono allo studio ed alla responsabilità di noi tutti....No...non tutto è rimasto fermo...forse continuiamo noi a trascurare la nostra terra: questa montagna cerca di parlarci e vuole essere parlata, come i calabresi...vogliono essere parlati.Lo diceva Corrado Alvaro ed è ancora maledettamente vero.
domenica 22 settembre 2013
GAMBARIE D'ASPROMONTE
Quaranta minuti da casa e sei nel cuore dell'Aspromonte.Aspro, solenne...mi sembra immutabile ....non so.... forse non è buona cosa...forse lo è.Ieri sera - tardo pomeriggio -attraversavi le curve ammantate dai pini e, improvvisa, compariva la notte....per aprirsi di nuovo al giorno quando la radura prendeva il sopravvento per mostrare nuovi orizzonti. Freddino. 10 gradi scarsi.Chissà domani, pensavo.Quaranta minuti e cambi stagione e trovi il bel fuoco di un grande camino.Quanti amici! bellissima serata.Stamani il sole!..il piacere di andare verso il centro che centro non è.Questa Calabria sa essere sempre periferia e la sensazione non è la più bella.Chiudi gli occhi. Li riapri.Tutto fermo da trent'anni, come la seggiovia...e quando si muoverà? Sento il Presidente del Parco dell'Aspromonte.E' giovane.E' sicuro.Parla del Parco come di persona viva.."Dall'alto", dice," le cose si vedono meglio".... e ti accorgi quanto quelle parole contengano certezze e speranze. Ha cultura classica..solida...un piglio manageriale che non trasmoda ...semplice..non spiega ma cerca di dare una risposta con noi che lo ascoltiamo su questa strana montagna, su questo dorsale che già cinquemila anni fa le popolazioni mediterranee attraversavano per cercare, inventare, stabilire nuove civiltà.Ci sono guide.Anche un rifugio...dentro un bar una vetrina grandissima espone centinaia di pubblicazioni, ben curate, sulla flora e la fauna della nostra montagna, la sua storia....storia di uomini e di briganti....sulla cultura dei pastori, sulla sapienza contadina...Le locandine ti offrono per i mesi a venire occasioni di accoglienza articolate e valide.Poco, costa tutto poco.Ti mostrano i laboratori che studiano e controllano le biodiversità, che proteggono l'esistente e lo aprono allo studio ed alla responsabilità di noi tutti....No...non tutto è rimasto fermo...forse continuiamo noi a trascurare la nostra terra: questa montagna cerca di parlarci e vuole essere parlata, come i calabresi...vogliono essere parlati.Lo diceva Corrado Alvaro ed è ancora maledettamente vero.
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