sabato 17 agosto 2013

PACE E DESERTO

Ho vissuto -  ricordo bene le cronache televisive - la guerra dei sei giorni , nel 1967. Israele occupò le terre dei Palestinesi. Ancora è lì e non se ne andrà.  Ero un giovane attento e curioso ...penso ancora alla  fgura di Moshe Dayan ed alla guerra lampo...ai suoi carri armati lanciati sulle piste del deserto, sopra le antiche strade romane..che lui - uomo di cultura ben conosceva e che aveva usato.Ne ero ammirato.Nei mesi e nei giorni precedenti una fitta campagna aveva evidenziato il pericolo che stava correndo lo Stato di Israele.Tutti cantavamo, con  il cantante italo-belga Adamo -  inch'allah - se Dio vuole....Tutti con Israele, assediata ed in pericolo...Quella occupazione -  che dura malgrado  le risoluzioni e gli ordini dell'ONU - portò il popolo palestinese alla disperazione ed è la  scusante primaria ( non la causa) dell'instabilità del medioriente, dello svilupparsi dei fondamentalismi, del clima d'odio - usato sempre per la conservazione del potere tanto da arabi che da israeliani e dai loro alleati - che oramai rende vani tutti i tentativi di pace.Giustifico i miei ardori giovanili.Ma ho imparato, senza  nulla togliere agli israeliani ed al loro diritto alla vita ed alla sicurezza, che le ragioni dei palestinesi erano ben piantate nella storia e nel diritto internazionale.Le cose sono andate come sono andate perchè i rapporti di forza, come sempre, hanno dettato legge.Ma Israele non aveva e non ha ragione. Ed è un occupante violento e senza giustificazioni storiche.
Ma questi giorni di barbarie egiziana, condivisa in tutto il mondo in visione diretta,fa inorridire.In queste ore si discute la messa fuori legge di una forza politica che ha rappresentato oltre la metà della popolazione egiziana.E lo si fa con la straordinaria convinzione che ciò è possibile, come è stato possibile ammazzare migliaia di cittadini nelle piazze occupate.Ma le guerre civili non hanno mai vincitori.Hanno solo pupi e pupari che la raccontano dal loro punto di vista.Quando la rappresentazione sarà finita..resteranno  solo l'odio, il rancore, l'animo di rivalsa... macerie  che non  porti via con i bulldozer che restaurano l'ordine dei vincitori  nelle strade  e nei quartieri di Egitto.Questa volta la partita è proprio grossa.....novanta milioni di Egiziani...non sono i poveri palestinesi schiacciati dai giochi internazionali.Sarà un disastro ben più grande..che rischia di travolgere il mondo.A favore e contro le fazioni in lotta si scateneranno gli interessi economici e religiosi di tutto il mondo arabo...che è una polveriera. Siamo consapevoli di questo? Alla fine perderemo tutti ed  avrà ragione Tacito:" hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace."

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