Non sono molto convinto ma la mia impressione è che anche a sinistra dovremo abituarci a nuovi alfabeti.Forse è stato di necessità, forse si chiama solidarietà, forse è incentivo alla diseguaglianza ed alla sopportazione di nuovi domini.Non so.Ma certo non si può più stare fermi.Mi riferisco alle nuove proposte renziane sul mercato del lavoro ed in particolare alla abolizione dell'applicabilità dell'art.18 dello statuto dei lavoratori per i nuovi assunti.La novità è che non si toccherebbe l'esistente e dunque i cosiddetti diritti acquisiti...tutto varrebbe solo per i nuovi assunti...che già quando trovano occupazione è un privilegio.La cosa mi lascia un pò perplesso. Alla luce di alcune recenti sentenze della Corte costituzionale su alcune questioni del cosiddetto collegato Lavoro, ho motivo di ritenere che una norma siffatta potrebbe superare il vaglio di costituzionalità ,che premurosi giudici certamente solleverebbero davanti alla Corte.Certo sono questioni che ti impongono riflessioni e ripensamenti.Mi sono chiesto spesso, negli ultimi venti anni, se la sinistra ed il sindacato non abbiano sbagliato a non accettare già quarant'anni fa, le previsioni di diverse retribuzioni nelle diverse aree del Paese.Tale possibilità fu combattuta aspramente e liquidata come imposizione delle "gabbie salariali".Stesso lavoro stessa retribuzione e basta.Oggi non la penso così perchè il mercato del lavoro era profondamente diverso - e tale rimane - al nord ed al sud. Il sud non poteva sopportare le retribuzioni del nord perchè scontava l'arretratezza del sistema produttivo.La conseguenza è stata la emarginazione ulteriore del sud e l'affermarsi di un mercato nero del lavoro di proporzioni spaventose, con costi sociali inauditi.Si pensi all'evasione contributiva, alle conseguenti misere pensioni per intere popolazioni e generazioni.Ma ancora: un'occupazione a prezzo vantaggioso, avrebbe forse innescato un incentivo alla delocalizzazione produttiva verso il sud.Oggi le gabbie salariali che non abbiamo voluto sono in Serbia, in Slovenia, in Polonia senza scomodare la Cina e l'Est del mondo.Forse si sarebbero messe in moto possibilità di riequilibri economici e sociali persino capaci di limitare i fenomeni criminali.Forse.Insisto, forse.La Storia non si fa con i se o con i ma.Ma questi ripensamenti mi riportano ai doveri di solidarietà sociale che la Costituzione proclama.Questi oggi possono passare su tregue sociali in cui tutti in qualche modo sono obbligati a riconoscere le ragioni degli altri , per tornare ad avere un bene comune.Quanti ragazzi accetterebbero oggi un lavoro di 8 ore al giorno per 600..700 euro, assicurato e controllato, con contributi versati etc.E quanti imprenditori sarebbero incoraggiati agli investimenti con questa possibilità.Ma non si può. NON SI PUO'. Alla fine non si fa nulla...tutto come prima.Prevale qualcosa che assomiglia all'ideologia ma che - a conti fatti e nella situazione data - è uno schiaffo al buon senso.Siamo tutti con le spalle al muro delle nostre coscienze.
E ci vuole giusto coraggio per capire se è una soluzione o una sconfitta.Forse è l'una e l'altra.Ma il metro migliore per misurare le cose non mi sembra quello con il quale siamo a abituati a misurare le nostre certezze e ad accarezzare e proteggere i nostri raggiunti traguardi.FORSE altri bisogni, o i bisogni degli altri, meritano risposte nuove.
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