Meno male che oggi è una bella giornata.C'è il sole.Un sospiro di sollievo ma....ma basterà a tranquillizzarci? E questo è il punto.Davanti ai possibili drammi..tendiamo a sopravvalutare l'arcobaleno che spunta tra nuvole e sole.Dobbiamo pur vivere e vivere nell'angoscia non è piacevole.Si tende a girare pagina. Non abbiamo avuto morti in Calabria. E' andata malissimo alla Sardegna. Ma non è - non può essere - una consolazione. Ed è vergognoso che - solo perchè non ci sono stati morti - la Calabria sfasciata sia stata ignorata dalle cronache dominate dal tutto va bene madama la marchesa. Il nostro territorio è fragile di suo. Fragilissimo, poi, per la ingordigia di molti calabresi, delle opere inutili e dispendiose,dai tempi della Cassa per il Mezzogiorno - flagello del sud - alle casse di una Regione famelica, serva, traditrice .Certo c'è di mezzo la catastrofe naturale. Una pioggia di straordinaria violenza, in questi giorni...è vero. Eccezionale ed imprevedibile. E' vero. Ma è vero, anche, che strade, ponti, urbanizzazione del territorio..non possono essere pensati come se la natura fosse un mondo estraneo, che si comporta secondo i tuoi desideri.... che è solo benefica e gentile. La natura è la natura e, a quanto sembra, l'uomo ha cercato solo di farla incazzare. Gli antichi letti di torrenti oramai asciutti da tempo hanno una memoria che fa i conti non con i mesi o gli anni o i molti anni....fa i conti con i tempi - eterni - della natura....e tu non puoi costruirci sopra come si è fatto e si continua a fare in Calabria. Che se poi passa l'acqua - che si limita a trovare la "sua" strada - ... hai voglia a chiamarla onda assassina...gli assassini sono nelle politiche dell'abbandono, negli uffici tecnici dei comuni, nella violenza dei cittadini che costruiscono come e dove vogliono e via disastrando.Piangiamo e poi dimentichiamo.Pochi mesi fa il disastro della inondazione degli scavi di Sibari.Non faremo in tempo a parlarne ancora che - tocchiamo ferro! - saranno nuovamente inondati. E' in questo disamore per la difesa della propria terra, della propria casa, del proprio futuro che va ricercata la tristezza del tempo presente e la incapacità di scrivere pagine nuove.
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