Ieri sera son rimasto male.Non ci crederete, mi sono proprio dispiaciuto.Non vedo volentieri il Festival di Sanremo. Non lo seguo da almeno vent'anni.Che volete, è questione di sensibilità musicale, di età...tante cose ma..ad un certo punto hai più voglia di fare le tue cose, di fermarti su altro e con la musica a sentire quel disco lì dei tuoi autori preferiti...sempre gli stessi negli anni .Sanremo forse per me è ancora Mina, Sergio Endrigo...ed i Ricchi e Poveri seppur non li sopporti tornano sempre nella tua testa,con Marcella Bella e passando per Mia Martini che sapeva emozionarti....ed i Mattia Bazar ma ..per un attimo... risparmiatemi Cutugno.E ieri, figuriamoci, lontano dal pensiero di seguirlo.Ma per finire,poi, davanti al televisore quando mia moglie - una voce - "vieni che c'è Crozza". Lo seguo da sempre, senza farmene un mito.Era già cominciato il suo spettacolo quando tre imbecilli ( ho detto così, confermo e mi querelino,I M B E C I L L I) lì subito a disturbare, non bisognava toccare Berlusconi....Sanremo non c'entra con la politica e lì a non fare andare avanti l'artista, che recitava il suo spettacolo...No, non mi è dispiaciuto questo - questo semmai mi ha adirato -....mi ha umiliato la difficoltà del comico che, incredulo, ha annaspato.....ha cercato con tutte le sue forze - come avviene anche nel mio mestiere - di muovere la bocca alla ricerca di una salivazione che non trovi, e che succede solo quando una emozione forte ti prende ma, pur sempre devi controllare la scena, non dimenticare la responsabilità del ruolo e del pubblico che hai davanti e , in televisione, anche nelle case.E l'aiuto di Fazio con una bottiglina d'acqua...e l'incredulità e l'incertezza che se concludi lo spettacolo sai che non c'è quella spontaneità che, pur nella recita, ti da quel "di più "per entrare in sintonia con il tuo uditorio e "sentire" che hai fatto bene.Un comico ha solo il suo pubblico che lo giudica per l'efficacia di come muove al sorriso l'uditorio, per l'intelligenza della battuta,per la finezza dell'ironia, per quel saper mischiare vizi e virtù di personaggi quando entri nella difficile arte della satira, quel sapere entrare ed uscire dal pubblico al privato, per come sai generalizzare e pungere ma senza offendere.Non può pensare che ci sia qualche "storto" che pensa di poterti fare l'esame preventivo di quel che dirai e su chi lo dirai.Penso che nella mente di Crozza tutto questo sia arrivato in un momento, che si è creato un cortocircuito per il freno che si è dato rispetto ad una risposta offensiva o liquidatoria.E lo spettacolo, cari amici, non è più stato lo stesso.Dispiacere.Dispiacere per l'umiliazione di un artista, dispiacere di sapere che i figli della censura - non importa se a pagamento - te li trovi sempre tra i piedi , con quella mamma perennemente incinta.
Nessun commento:
Posta un commento