Tra Papi che si dimettono, terremoti in cerca di danni e Festival improbabili in tempo di magra, ci accorgiamo che oramai tra sette giorni staremo quasi finendo di mettere nelle urne le nostre attese, le nostre delusioni, le nostre speranze. Vecchi e nuovi personaggi battono con insistenza alle porte del nostro impegno. C'è stanchezza ed anche diffusa consapevolezza che non c'è il padrone della chiave delle soluzioni.Forse perchè nessuno ha avuto il giusto coraggio di dire che bisognerà impegnarsi in un nuovo inizio e che questo , per essere tale, dovrà essere doloroso per tutti.Per guardare avanti non basta vedere gli errori del passato.In genere non hanno insegnato niente a nessuno.Sarà necessario scrivere pagine nuove e sapere se si sarà pronti a pagare molti prezzi e a rinunciare a furbizie ed a privilegi.Con le promesse che tutti han fatto non c'è molto da star tranquilli.E' che il popolo, deposta la scheda, deve pur una volta fare i conti con se stesso e, oltre che delegare, avrà bisogno di chiedere il rendiconto giorno per giorno.Succederà?
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