domenica 17 marzo 2013

CONVERSAZIONE DOMENICALE


  • Quel che sta succedendo nel nostro Paese allarma e preoccupa e pone interrogativi che non sono per nulla banali.Continuo a scambiare opinioni con Francesco Cordopatri, mio compagno di classe per tutto il Liceo.Parlavo di lui ieri sera  alla presentazione dell'ultimo libro di Mimmo Gangemi, " il Patto del Giudice". E' il secondo di una serie fortunata e che si appresta a diventare fiction seriale con Zingaretti. Anche  Mimmo era  nella nostra classe."Francesco, quarant'anni che non lo vedo....però,Pino, se verrà in Primavera - come mi dici - organizza qualcosa.Era  proprio il più bravo della classe. Ma veniva con l'autista e mi urtava che gli apriva lo sportello." Sorrisi.... Ed io : " Era proprio il più bravo, è vero!" .L'ho sempre saputo ed anche riconosciuto.E forse mi è anche dispiaciuto, perchè primeggiare mi è sempre piaciuto.Mai una volta, però,  che lo abbia invidiato e sempre l'ho voluto bene...
    In questa Domenica di Primavera dubitare continua a far bene .E Fb ti invita a discutere.Riporto questa conversazione.

    Francesco Cordopatri Il voto di protesta: c'è una profonda differenza credo tra il movimento di Grillo e la Lega Nord, non è vero? Le critiche contro Grillo sono feroci eppure l'italia per anni ha accettato in parlamento e al governo un "partito" razzista e secessionista, volgare e indecente nei contenuti e nelle espressioni, campanilista e antieuropeo, becero e intrigante. Almeno con Grillo la protesta assume aspetti di decenza al confronto. Mi sbaglio? Se poi la sinistra non ha saputo raccogliere la giusta protesta popolare facendosi portavoce del disagio sociale, non è colpa di Grillo. Mi sbaglio?

    Francesco Cordopatri Forse il gruppo dirigente del PD che ha vinto queste elezioni perdendole dovrebbe decidersi ad ammettere le proprie responsabilità e a trarne le dovute conseguenze.

  • Giuseppe Macino Prima - ma soprattutto dopo il voto- ho cercato di capire un po di più, sottoponendomi a domande stringenti ed anche estreme.Ciò era ed è necessario...perchè si è naturalmente portati a ragionare secondo le proprie certezze ed a non giustificare le posizioni degli altri.Poni molte ed importanti domande e penso di avere solo delle risposte piccole piccole. LEGA: è un partito ed in qualche modo ha voluto esserlo sin dalle origini.Ha una sicura base popolare e si nutre degli egoismi sociali che sempre sono latenti ma che si manifestano soprattutto quando la società rivela contraddizioni che portano (possono portare) pericoli alla situazione presente: il lavoro sicuro compromesso dalla presenza degli stranieri, la sicurezza e l'ordine, la rivendicazione di principi come l'onestà, la solidarietà etnica, il primato del Nord. Mutua l'organizzazione dal vecchio partito comunista, è presente in ogni paesino con la sua sezione, ha gli attivisti che si confrontano corpo a corpo, cura e promuove associazioni per l'aiuto agli aderenti, vive la vita dei consigli comunali.La "pancia" degli umori sociali è stata la sua forza e - con le delusioni sull'onestà etc - ha evidenziato la sua debolezza. Partito popolare non fascista, NON Nazionale, secessionista,moderatamente (cioè secondo i suoi interessi) razzista. Hanno contato e contano perchè senza di loro l'area di centro destra del Nord non potrebbe vincere.GRILLO: non è un partito, non è un movimento.E' un successo di un marchio che vende , con l'aiuto dei compratori, un messaggio alternativo.Si rivolge, in maniera indistinta, a tutti i delusi che hanno creduto nel sistema ed hanno maturato la convinzione che questo non abbia più la capacità di autoriformarsi.Da qui la predica sulla purezza del movimento che NON deve contaminarsi con gli altri, che deve raggiungere il 100% , la storia  che gli altri sono oramai circondati e si devono arrendere. Grillo non ha radicazione in associazioni ( che chiama in causa solo  per usarle), non ha sedi, non crede nella democrazia rappresentativa, i suoi aderenti non possono parlare per il movimento senza il permesso del capo, il marchio è proprietà personale, chi non ci sta è fuori ( in grande assomiglia al partito personale di Di Pietro.... ma quello è stato un'altra cosa...ne parleremo in altra occasione).La conseguenza è che questo movimento ha una identità solo nel marchio e in nient'altro, tanto che non c'è un grillino che la pensi come un altro.Questa difficoltà a diventare qualcosa perderà il movimento....magari ci vorrà ma sarà così.Ed il problema è nell'origine.Il Peccato originale è Grillo ed i suoi pupari.Credere nel popolo, come fa finta di predicare, non è sufficiente nè per avere ragione nè per governare.La conseguenza è che in una Istituzione si entra da spettatore o da vincitore.Inaccettabile.La democrazia diretta non esiste nemmeno al tempo di internet.Si risolve nella genuflessione ad un capo.E cento anni dopo i duce, caudilli e fhurer mi sembra troppo.

    Giuseppe Macino Quanto alla nota sul PD.Sarà come dici ma penso che perdere le elezioni non abbia mai insegnato niente a nessuno: io ho votato PD per la prima volta.Non volevo perdere il mio voto ed ho visto come una cavolata l'esperienza Ingroia.Il risultato elettorale è di complessa decifrazione, perchè si sono concentrati tutti i fili elettrici della società italiana.E il corto circuito è stato inevitabile.In più per i partiti tradizionali la tranquillità del porcellum ha esentato da una campagna elettorale vera, tutti aggrappandosi alla campagna elettorale televisiva e dell'informazione sui media.Ha pesato più la vittoria di Berlusconi a casa Santoro o la traversata dello stretto di Messina del Barbuto che l'impegno di tante brave ed oneste persone sul territorio.Il Porcellum è stata una espropriazione di democrazia che - con la legge del contrappasso-  chi l'ha inventato e chi non ha saputo riformarlo  ha pagato a caro  prezzo.

    Francesco Cordopatri Ti dirò, caro Pino, che apprezzo molto la tua analisi ma rimane aperta la domanda di fondo, la più importante: come mai la protesta popolare sacrosanta che chiede trasparenza, giustizia, equità, stabilità, chiarezza d'intenti e di programmi, non trova nella sinistra e nel suo più importante gruppo dirigente i suoi rappresentanti? E' colpa solo del popolo italiano e della sua immaturità?


    Giuseppe Macino Penso, caro Francesco, che la fine dei partiti ha segnato una profonda crisi del metodo di selezione della classe dirigente.A partire, dunque, dalle comunità locali.Il consenso si conquista con il lavoro in mezzo e tra la gente,piano piano.Il politico deve essere riconosciuto.Altrimenti è solo una astrazione.Il Porcellum ha accelerato questo distacco tra i bisogni del territorio e la politica.Naturalmente in condizioni "normali" tutto è attenuato.Ma quando una società implode, tutto diventa possibile.Da qui i pericoli. Mi auguro che ci sia ancora una possibilità per questa legislatura.Perchè, altrimenti, sarà un guaio.

    Giuseppe Macino Quando le cose si complicano, tutto diventa più difficile ma tutti sanno che non si può bleffare.Hai sentito la risposta del senatore stellato Molinari alla ingiunzione del Barbuto di dimettersi? ha detto: meno isteria e più fiducia.Non è detto che non possa essere un buon inizio con al centro la ragione degli uomini.

    Francesco Cordopatri I guai li conosciamo già...nella nostra giovane storia di nazione abbiamo visto di tutto: il fascismo, le leggi razziali, la repubblica di Salò, lo stragismo di stato, il terrore mascherato da terrorismo, la mafia, la 'ndrangheta, i servizi deviati, le logge massoniche.Venti anni di berlusconismo neoliberista non sono un guaio di per se stessi? E chi ha concesso che  tutto questo avvenisse senza sacrificarsi? Senza combattere? Quale passato è migliore? Non c'è più una Russia per Bersani nè un Vaticano per la Bindi...questo è il presente.
     E' un presente dinamico e veloce...incredibilmente veloce...chi non sa stare al passo...ceda il passo.
     In questo presente, per sopravvivere fisicamente, intellettualmente e politicamente occorre essere competenti e onesti. Non basta più l'ideologia o la fede. E non si può più contare su fede e ideologia. Il presente chiede di più perchè conosce di più.
    Giuseppe Macino La tua conclusione è giusta e la condivido.

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