Bersani è contrario alla abolizione dei contributi elettorali ai partiti.Renzi dice: rinunciamo.Grillo lo ha già fatto.Se lo chiedi alla gente non ne vuole nemmeno parlare:è contraria e basta.Parlo del principio, non della quantificazione che - mi dicono - ha raggiunto ragguardevoli importi.Penso che Bersani, sul principio, non abbia torto.Mi sono informato.In tutto il mondo, praticamente, i partiti godono di sovvenzione pubblica.Diretta o con leggi che consentono anche i versamenti da parte di gruppi di pressione (lobbies).
Penso che il punto vada approfondito.Se la democrazia alla quale facciamo riferimento è democrazia rappresentativa, i partiti sono naturalmente necessari.Hanno un costo, abbisognano di apparati.Potranno vivere di autofinanziamento ma questo potrebbe non bastare o essere di natura illegale. Se facciamo riferimento a forme di democrazia diretta, come con molta confusione sta facendo Grillo, tutto è autofinanziamento e di proprietà del movimento che ...se non ha uno statuto...ed ha solo riferimenti personali....finisce con il coincidere con la persona del capo. In maniera paradossale è stata sperimentata con l'Italia dei valori, che alla fine ha mostrato a chi appartenessero quei valori.
Bersani sostiene che eliminando i contributi ai partiti, la politica diventerebbe preda dei soli miliardari.Mi pare che la prova l'abbiamo avuta con Berlusconi che - con miliardi, televisioni e giornali - ha inventato in una settimana Forza Italia ed ha preso il potere.....Che sì è tenuto per vent'anni colorandolo con le sue visioni personali, i suoi scandali, i suoi misteri, i suoi interessi...contrabbandati per Italia.
A questo punto una riflessione si imporrà pure. Con serietà. Dovrà passare per una legge seria ed in primis con la legge costituzionale sui partiti, a completamento della previsione costituzionale, mai attuata.E' ora.Prima che i populismi ci consegnino ad altri guai.
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