Non lo conoscevo, se non di vista.Curioso imparare a conoscere una persona ...dopo. Cosa dire in questa strana serata di fine inverno, dopo un anno di attesa.....Un anno fa sono andato, con altro compagno di scuola, a trovare Antonio, il padre.Quando con qualcuno hai fatto le elementari, nella stessa classe, sei amico per sempre.Si scoprono o riscoprono solidarietà e vicinanze, condividi il dolore come si fa con il pane.E' importante.E' vero.
Fabrizio torna a casa. Non lo aveva allontanato nè la giovinezza nè l'amore. Lo aveva fermato l'inbecillità di una violenza cieca.Bel risultato il dolore, le lacrime ,il sangue,il carcere, le solitudini,le vite comunque segnate, sporcate, spezzate, inaridite.Una comunità ferita.Pensieri e parole inadeguati e vani.Non inutili.Da un anno si riflette sul mal di vivere delle nostre contrade, ti accorgi di padri e di padroni che parlano lingue incomprensibili mentre - tutto intorno - la vita batte i ritmi con nuovi tamburi, disegna arcobaleni che vanno oltre mentalità e confini non più accettati. Nuovi giovani e nuovi alfabeti con i quali scrivere le storie del mondo.Ora Fabrizio ritorna. E racconta pensieri di pace.Accogliamolo come fratello, come figlio, come amico.Tutti ne abbiamo bisogno se tutti siamo Fabrizio.
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