martedì 27 novembre 2012

IN CULO ALL'ORTOLANO?

Il conflitto è oramai chiaro. E' scontro senza precedenti sull'ILVA di Taranto. Di mezzo, a continuare a perderci, c'è la Città di Taranto, la salute dei suoi cittadini, i suoi operai: e con essi decine di migliaia di lavoratori in tutt'Italia. Ma non solo: c'è in gioco l'ultima possibilità per il Paese di avere una industria siderurgica, strategica anche per l'Europa .L'LVA e la Magistratura stanno giocando una partita fuori delle regole, in nome delle regole e dopo averle violate per anni. E si scherza con il fuoco del conflitto sociale, e si gioca con la chiusura della realtà produttiva industriale più importante del Sud.Quanti ancora si aggrappano all'idea del Sud tradito ricordando le officinette siderurgiche di  Mongiana, serre Vibonesi ,chiuse dal Governo Sardo-piemontese dopo la cacciata dei Borboni, si preparino a ben altro disastro. Ma intanto, per una volta, ragioniamo e finiamola con gli opposti estremismi che nascondono le  reciproche magagne.Conosco la situazione dal 1974.C'era in discussione l'apertura del V centro siderurgico di Gioia Tauro.Il Formez organizzò un corso di studio per i migliori laureati e diplomati della Piana per studiarne le problematiche, l'impatto ambientale e sociale.Seguirono il corso docenti tra i più qualificati d'Italia.Studiammo, in loco, le problematiche di Gela in Sicilia ed in particolare la situazione di Taranto.Lì visitammo le acciaierie dell'ITALSIDER,conoscemmo il quartiere "Tamburi", rovinato dall'inquinamento, il villaggio Paolo VI, dedicato alle maestranze operaie.I dati del disastro ambientale erano evidenti ed il danno alla salute già drammatico.L'industria era di proprietà statale.La Magistratura era ed è  potere(?) dello Stato.Nel tempo la proprietà  delle acciaierie è passata dallo Stato ai privati  e la Magistratura sempre lì a non far niente. Oggi tutto precipita, nessuno ha più tempo da perdere .La salute è in pericolo.I malati sono figli degli antichi inadempimenti delle proprietà e del mancato controllo degli organismi di tutela sanitarie e della Magistratura. Bisogna, però,  intervenire subito: ognuno, ed è giusto, si guarda il suo culo..Nemmeno un minuto da perdere.Tutti d'accordo su quel che bisogna fare.Nessuno d'accordo sulle modalità e probabilmente sui tempi, comunque programmabili. Ieri i nuovi arresti di responsabili dell'ILVA, ieri stesso la chiusura di parte della fabbrica.Botta e risposta .Inaccettabile. Gli operai insorgono: vedono minacciato il loro posto di lavoro e sono certamente quelli che hanno visto direttamente e personalmente messa a rischio la loro salute per quegli inadempimenti.Non vogliono fare la fine dell'ortolano.Essi soli hanno un diritto di parola in questo momento.Gli altri no! non la Ilva che mostra di conoscere i propri interessi e le proprie responsabilità e che non ha esitato a ricorrere anche alla corruzione per sottrarsi ai suoi doveri, come le cronache ci riferiscono.Non la Magistratura ed i pupari della Procura che negli anni hanno tenuto conserte le loro pulitissime mani e che oggi  potrebbero prendere decisioni cautelari non incompatibili con la prosecuzione di un minimo di attività che non precluda il futuro di lavoro e  di reddito a migliaia di lavoratori ed alle loro famiglie.Gli opposti estremismi messi in campo lasceranno solo macerie e siti inquinati a carico della Comunità.Se siete innocenti - e ne dubito - fermatevi !!.Ed ascoltate i  lavoratori di Taranto, vittime del vostro modo di vedere le cose, al riparo di lauti stipendi e future dorate pensioni.E ci pensi pure il Governo, perchè la questione è già di ordine pubblico ma rischia di creare tensioni da stato d'assedio.Faccia sentire il suo contrappeso, perchè il peso di chi si sta occupando così male della questione - ILVA e Magistratura - è oramai insopportabile.

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