venerdì 9 novembre 2012

LA POVERTA' e le NUOVE POVERTA'

Foto: Al ritorno dai campi - primi anni 60 

 Ho pubblicato su fb questa bella foto della Calabria dei primissimi anni 6o, per ricordare che quella era la condizione umana e civile di una parte importante della popolazione.Lasciamo perdere la mistica del  bel tempo perduto: quella era POVERTA'. E' stato osservato che si, era cosi. Ma era più facilmente sopportabile la difficoltà  quotidiana, che era comune.Ed oggi, si è detto, c'è nostalgia della solidarietà di allora : oggi , nel tempo in cui la speranza è morta per tanti, tantissimi di noi. Certo.... Quanti anni sono passati ! Ed i modelli di sviluppo che pensavamo di potere dominare !?. Qualche errore?
Ero ancora al liceo e già parlavamo, in maniera molto critica della "società dei consumi".I più attenti commentatori mettevano in guardia .Herbert Marcuse, il filosofo di Francoforte, indicava il pericolo nella sua opera più conosciuta  , " L'Uomo ad una dimensione". Ricordo ancora lo spazzino ( così si chiamava l'  "operatore ecologico") che porta a porta raccoglieva i pochi rifiuti :  nel bidone su ruote  - che trascinava a mani -  entrava tutta la spazzatura delle case di quella strada. Sappiamo come è finita e perchè paghiamo gli "imballaggi" più del contenuto.Pure nessuno saprebbe tornare indietro e rinunziare.E' comprensibile. Ma questo modello di sviluppo, evidentemente non sostenibile, non poteva che portare qui: si è perso il raffronto tra le cose ed il loro valore ed anche i sentimenti sono "stravolti".Gli ascensori sociali si sono fermati e nessuno accetta la sua condizione, perchè ha negli occhi il luccichio delle cose viste e non raggiunte, nella mente e nel cuore il dolore del merito non riconosciuto o non più riconoscibile, nella coscienza la consapevolezza delle difficoltà, il pericolo della mortificazione quotidiana, la mancanza della prospettiva. Si può superare tutto ciò? Certamente! Con un nuovo sentire comune. Dopo la guerra quel sentire si è confrontato con una corale volontà di risalire la china e ricostruire.Ed oggi?  lo si potrà fare intorno a valori comuni, a minimi comuni denominatori delle esigenze sociali, attorno a nuove regole di un nuovo patto sociale.Dovremo essere capaci di questo, dovremo meritarci di fare questo.E come al solito liberandoci di padri della Patria, dei pupari di turno.

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