12 Dicembre1969.Milano, pomeriggio.Banca Nazinale dell'Agricolura in Piazza Fontana. Una strage,17 morti morti e oltre cento feriti.L'inizio di una strategia stragista organizzata e diretta di servizi segreti deviati abbraccettati con con la americana CIA. Bisognava sbarrare la strada al movimento di rinnovamento che scuoteva l'Italia e l'Europa ma che veniva dai Campus universitari americani ed aveva trovato consacrazione nel "maggio francese".Terrore che passava sugli innocenti, che inventava colpevoli, che alimentava odio e rancore.Valpreda, gli Anarchici, l'anarchico Pinelli in pochi giorni diventavano nomi a tutti noti. Innocenti sacrificati. Un gioco al massacro mai prima attuato in Italia con tanta crudele determinazione.Una giornata fatale per i poveri morti, dolorosa e incancellabile per i feriti, drammatica dolorosa per i familiari e gli amici.
Ma una giornata che ha anche segnato la mia vita. Ne parlo con pudore e confesso che ci ho pensato su prima di decidermi.Ero a Roma, primi mesi di Università.Anche a Roma erano scoppiate in quei giorni bombe all'Altare della Patria, luogo simbolo di patrie virtù. Bisognava indirizzare le responsabilità verso la sinistra.Quella notte poliziotti e carabinieri entrarono in migliaia di case di comunisti, in tutta Italia. Anche a Gioia Tauro.Le case di molti miei amici furono perquisite e messe sottosopra.Non ero comunista.La pensavo in quel modo, partecipavo alle riunioni, con curiosità e rispetto.Nella sede sindacale di .Gianni Spizzica - un esempio di uomo retto che guidava, in povertà, i braccianti - avevamo costituito un comitato di lavoratori e studenti per provare a cambiare la città. Erano quelli i miei amici ed erano comunisti e discutevo con loro per spiegare la mia posizione di cattolico intransigente.Ero ascoltato.Ho vissuto come una ingiustizia le perquisizioni in case di amici pacifici e che non avrebbero mai fatto male ad una mosca.Feci il salto il giorno dopo.Chiesi la tessera del Partito comunista.Chiesi che mettessero la data del giorno prima,12 dicembre 1969, il giorno dell'ingiustizia.Quella ingiustizia ha portato un'intera generazione, tra errori e momenti esaltanti, a ristabilire la verità su una strage fascista di Stato ed a ricordare la necessità della vigilanza a difesa della democrazia, che non è mai definitivamente conquistata. Sembra retorica.Non lo è.E' costata molto. E oggi ricordo, con grande rispetto quei morti e quelli che ancora abbiamo visto cadere.Mi hanno aiutato a diventare migliore.
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