Dunque il Presidente Obama insiste.Conferma il suo progetto di aumentare di trecento ore l'anno il tempo di presenza degli allievi nelle strutture scolastiche.L'obiettivo è preciso: aumentare la qualità della preparazione e ritrovare la leadership mondiale nel campo della conoscenza, allargando per quanto possibile la funzione della scuola.Dubbi, precisazioni, consensi. . Ma è,comunque, un attenzione che la dice lunga su come la politica debba guardare al futuro.Cominciare dai ragazzi, penso,sia lungimiranza che fa bene ad un Paese.Non posso che guardare un po indietro, alla mia fanciullezza. A Gioia Tauro,la mia città, nel 1961 ero in prima media. Prima D. Era la scuola media alla quale si accedeva con l'esame di ammissione.Non c'era ancora la scuola media unica. C'era, invece, solo l'avviamento ( avviamento al lavoro, si intendeva) destinata ai figli delle classi meno abbienti e ti preparava alle arti e mestieri; non era una cattiva scuola ma divideva il Paese, separava, discriminava sul piano sociale.La Prima D, dicevo.Ebbene non c'era nè la II D nè la terza D e non vi erano altre sezioni. La scuola di base post- elementari,dunque era formata, in una città come Gioia Tauro, da sole 10 classi. Uno spaventoso abbandono scolastico con il finire della scuola elementare, allora la sola scuola dell'obbligo.Cominciò proprio allora, due anni dopo, la grande scolarizzazione di massa che ha trasformato il Paese.E' innegabile:la scuola ha trasformato la società, cambiato le mentalità, azionato potentemente gli ascensori sociali, modificato abitudini, ha unito con linguaggi comuni - quelli del sapere, della scienza - un paese fatto da mille divisioni e regioni e che aveva avuto il solo legame comune nella religione .Viene il dubbio - ma non è solo un dubbio - che alla base della attuale crisi vi sia stata la inadeguatezza del modello scolastico che non è stato spinto dal modello sociale. Un distacco drammatico, il cane che si morde la coda, la paralisi .La scuola, ad un certo punto, è divenuta ed è un diplomificio, staccato dalla realtà produttiva e dalle esigenze generali. I pupari erano e sono intenti ad altri giochi e la nostra scuola ha perduto la centralità che un grande Paese deve darle per guardare avanti.Lo sta vedendo Obama.Quando lo vedremo anche noi, e butteremo via le forbici dei tagli lineari, avremo una delle chiavi per un futuro migliore.
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